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L’Associazione Radioamatori Marinai Italiani, in collaborazione con la sezione ARMI di Cagliari, indice il diploma dedicato al Capitano di Vascello Giovanni Barbini, Medaglia d’Oro al Valor Militare, denominato “Centenario dell’arruolamento nella Regia Marina - 1922-2022”.
La manifestazione si terrà nel mese di Febbraio 2022 dal lunedì 14 alla domenica 20.
Per conseguire il Diploma gli OM ed SWL dovranno collegare/ascoltare la stazione speciale II0OGB (India India Zero Oscar Golf Bravo) almeno due volte o in BANDE diverse oppure in due MODI diversi. Pertanto verranno considerati validi i log che conterranno almeno due contatti.
L’estratto Log dovrà essere inviato entro e non oltre il 28 Febbraio 2022 via e-mail all’award manager IT9MRM – Alberto Mattei all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il diploma sarà rilasciato gratuitamente in formato .jpg e sarà inviato direttamente in email dopo il 28 Febbraio 2022.

CAPITANO DI VASCELLO GIOVANNI BARBINI - M.O.V.M.

Nacque a Venezia il 25 giugno 1901. Conseguito il diploma di Capitano Marittimo presso l’Istituto Nautico di Venezia nel 1921, nel 1922, per anticipo leva, venne arruolato in Marina e nel novembre, dopo la frequenza del Corso di complemento, nominato Aspirante Guardiamarina. Nel giugno 1923 conseguì la promozione a Guardiamarina e, raffermatosi, prestò servizio su unità di superficie e subacquee, ed a terra presso il Comando Militare Marittimo dell’Alto Adriatico, alla Scuola Specialisti di San Bartolomeo (La Spezia), al Battaglione “San Marco” e presso il Comando Marina di Pola, ottenendo le successive promozioni a Sottotenente di Vascello nel marzo 1927 e a Tenente di Vascello nel novembre 1936.
Il 19 novembre 1939 assunse il comando del cacciatorpediniere Bassini, sul quale si trovava alla dichiarazione di guerra il 10 giugno 1940. Passato temporaneamente al comando della torpediniera Fabrizi, l’11 novembre 1940 espletò una missione di scorta convoglio nelle acque del Basso Adriatico durante la quale, attaccato nottetempo da soverchianti forze nemiche, si lanciò all’attacco per attirare su di sé tutto il fuoco nemico e permettere cosi al convoglio di allontanarsi. Ferito sin dall’inizio del combattimento, rifiuto di lasciare il proprio posto di comando fino a quando, sganciatosi dal combattimento, riuscì a portare in porto l’unità gravemente colpita dal fuoco avversario. A missione compiuta passo a disposizione del Dipartimento di Venezia e ricoverato quindi all’ospedale per le ferite riportate. Promosso Capitano di Corvetta nel luglio 1941 e Capitano di Fregata nel gennaio 1943, nel marzo 1947 fu collocato, a domanda, in ausiliaria.
Richiamato in temporaneo servizio nel settembre 1952, ebbe successive destinazioni in Sardegna, al comando della Nave Scuola Ebe e al Comando Marittimo Militare Autonomo di Venezia. Passato nella riserva nel febbraio 1955, prestò ulteriore servizio fino al luglio 1956, quando assunse l’incarico di Direttore del Centro Marinaro della Fondazione “Giorgio Cini” e Comandante dell’omonima Nave Scuola.
In data 1° luglio 1961 conseguì la promozione a Capitano di Vascello nella riserva navale.

 

Comandante di torpediniera in servizio di scorta ad un convoglio, avvistate nottetempo soverchianti forze navali nemiche, si lanciava all’attacco con immediata decisione ed audace manovra.
Fatto segno ad intenso fuoco nemico, si portava a distanza utile di lancio, che non poteva eseguire per le avarie al materiale prodotte dal tiro avversario; reagiva allora in modo deciso con le artiglierie attirando su di sé l’offesa nemica per dare modo ai piroscafi del convoglio di porsi in salvo.
Dopo aver messo in atto ogni mezzo a sua disposizione per infliggere al nemico il massimo danno, e quando ogni azione offensiva era resa impossibile dalle condizioni di gallegiabilità della torpediniera oramai compromessa e dalla menomata efficienza delle artiglierie, manovrava per condurre l’inseguitore lontano dal campo di azione e verso i nostri campi minati.
Ferito ad una gamba fin dall’inizio del combattimento, e pur perdendo sangue in abbondanza, si faceva prestare i primi soccorsi sommari solo ad azione ultimata, continuando a tenere il comando della sua unità fino all’ormeggio in rada nazionale.
Magnifico esempio di coraggio sereno, di sprezzo del pericolo e di audacia senza pari.
Basso Adriatico, notte sul 12 novembre 1940

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